venerdì 20 dicembre 2013

Unioni civili: un passo avanti verso la civiltà!

La questione delle "Unioni civili", grazie anche al rilancio di Renzi, è tornata finalmente agli onori della cronaca.
Parliamo non solo di diritti patrimoniali, ma anche di dare la stessa dignità a chi oggi ne viene privato.
Coppie che non vogliono sposarsi, coppie che non possono sposarsi, coppie gay, coppie lesbiche, coppie etero: quando si riconoscono diritti a chi ne è sprovvisto non bisogna avere tentennamenti, è sempre qualcosa di positivo, un passo avanti verso la civiltà.
Per questo, dopo l'accelerata del nuovo Segretario democratico, il disegno di legge presentato in Senato va discusso, migliorato ed approvato in tempi brevi. Siamo già in ritardo.
Parificazione non solo di diritti economici (reversibilità della pensione, assegni familiari, detrazioni, diritti di successione e così via), ma anche dei c.d. "diritti di civiltà"(visitare la compagna o il compagno in carcere o in ospedale, ottenere notizie dai medici in caso di malattia, ecc...), forse la stepchild adoption, il registro delle unioni civili che dev'essere unico e non, come chiede qualcuno, doppio.
È troppo? Sicuramente no! Troppo poco? Probabilmente si! Si può migliorare? Sicuramente.
Ma è pur sempre un inizio, un passo avanti! E siamo troppo indietro per restare ancora fermi.
So che le esigenze di una coppia etero non sposata sono diverse da quelle delle coppie omosessuali, se non altro perché quest'ultime, pur volendo, non possono contrarre matrimonio.
Ma la discussione sul troppo o troppo poco -come ha scritto giustamente qualcuno- non può condannarci ancora una volta e chissà per quanto tempo ancora ad essere uno dei pochi Paesi in Europa a non avere una normativa in materia.
Stiamo parlando di diritti minimi che un Paese che di definisce civile non può in alcun modo mettere in discussione.
Non possiamo più permetterci di restare fermi, il resto verrà. Avanti!
Antonio Zurlo

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